Eclettici commenti: Lo strano caso dell'apprendista libraia

Di seguito vi riporto brani e conversazioni del romanzo Lo strano caso dell'apprendista libraia (di Deborah Meyler), commentate da me con un pizzico di sarcasmo. Perché a tutto c'è un limite.

Trovate la recensione completa del romanzo qui.

Nota: le citazioni sono in corsivo, i commenti in grassetto.

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Stella non ha una grande opinione di Mitchell. La prima volta che l'ha conosciuto, [...] lui le ha detto - per prenderla in giro, per flirtare? - che se non aveva ancora trovato l'uomo giusto, voleva dire che forse era omosessuale. Lei l'ha guardato dritto negli occhi e gli ha risposto: "Non mi piacciono i coglioni, se è questo che intendi", e questa è stata la fine di una promettente relazione. 

Forse Esme avrebbe dovuto ascoltare i consigli dell'amica: Stella ha la vista lunga e alla prima occhiata ha capito di che pasta è fatto Mitchell. Un applauso per lei!

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Usciamo insieme da pochissimo (da agosto ad ottobre secondo i miei calcoli sono trascorsi tre mesi, e non mi pare poco tempo) e non c'è stato tanto sesso da rimanere incinta (glielo spiegate voi che basta una volta sola?). E solo una volta senza protezione. Una volta. (Appunto). 

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La maturità di Mitchell, parte uno:

A pag. 43 afferma che la loro è "una relazione già così intensa dal punto di vista erotico". Poi, a pag. 48, se ne esce con un: "Secondo me lo sappiamo entrambi che tra noi due non funziona. Sessualmente, intendo, non è proprio una meraviglia, no? [...] Quando facciamo sesso...non c'è nessuna eccitazione. Per niente".

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La maturità di Mitchell, parte due:

Voglio dire, non avevamo l'esclusiva...Voglio dire, non ci siamo mai promessi fedeltà, no? 

Allora, a pag. 26 le hai detto che la ami alla follia, testuale. Ti decidi?

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Quando lei gli chiede se ha visto altre ragazze, lui risponde: Esme, lo sai come vanno queste cose..

No, caro, non lo so, ma so benissimo che fine faresti tu, se ci fossi io al suo posto: un bel tuffo acrobatico nell'Hudson e dovresti solo sperare che qualcuno di buon cuore ti ripeschi, perché io ti mollerei lì. 

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La maturità di Mitchell, parte tre:

Poi dice a bassa voce: - Lo sai che io gioco molto bene, e tu molto male, vero? -.
- Ma io non sto giocando! -.
- Allora vuol dire che perderai! -.

Scusa, ma quanti anni hai, cinque? No perché qualche dubbio mi è venuto... Ah no, sono trentatré. Ok.

*

A pag. 87 si lascia sfuggire: Esme, ti ho scelto fra tutte le altre donne del mondo.

Ma scusa, caro, non avevi detto che non c'era chimica tra voi? Ah no, l'aveva detto perché credeva che lei stesse per lasciarlo, e quindi ha usato la tecnica dell' "agisci per primo". Che bell'esempio di maturità, davvero. E, dopo quest'appassionata dichiarazione, le ordina di abortire e la accusa di voler "forzare un legame tra di loro" perché lui vuole stare assieme a lei per scelta e non esserci costretto. Intanto, chi ti vuole? Evidentemente lei lo vuole perché lo perdona. Mah.

*

- Scegli - dice. Una parola sola.
- Scegli? -.
- Scegli -.
- Tra te e il bambino? -.
Annuisce con un minuscolo cenno del capo.
- Certo che scelgo. Avevo già scelto quando ci siamo incontrati per strada -.
- Allora tra noi è finita. Mi dispiace che tu sia voluta arrivare a questo punto. Avremmo potuto stare benissimo insieme. Eravamo speciali, Esme. Mi dispiace che tu non l'abbia capito -.

Ci tengo a sottolineare l'evidente maturità di questa conversazione. E poi, scusa? Adesso è colpa di lei? Non sei forse tu il "coglione", tanto per citare Stella, l'unica persona (con un po' di cervello) che gli ha detto quello che merita?

Ma tanto Esme non la ascolta e si fa plagiare da frasi del tipo:

Devi avere più fiducia in me, Esme. Tu non ti fidi abbastanza.

E questo è il risultato:

Stella dice che Mitchell non si merita cinque minuti del mio tempo, cinque atomi delle mie lacrime, e che non se li è mai meritati. Io non sono d'accordo. Mitchell è ancora un faro luminoso ai miei occhi, e senza di lui tutto è oscurità.

*

Consiglio per tutte le donne in ascolto: se incontrate un tipo come lui, scappate più veloci che potete. O, in alternativa, spedite lui nell'Hudson. 

Con affetto,

Lizz

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