Questo nuovo appuntamento con i classici della
letteratura è dedicato al capolavoro di Charlotte
Brontë,
Jane Eyre.
Narrato in prima persona dalla stessa Jane,
questo
romanzo di formazione può
essere suddiviso in più parti, che riguardano rispettivamente
l'infanzia, la giovinezza e, infine, l'età adulta del personaggio
principale. I primi anni della sua vita sono quelli che Jane ricorda
forse con più amarezza: oltre al dolore per la perdita dei genitori,
deve sopportare le angherie dei cugini e della zia, che non perdono
occasione per deriderla e punirla.
Tutt'altro che svogliata e cattiva - come la
dipingono i parenti -, Jane è una bambina riservata ma gentile, che
ama la lettura e sogna di vedere di persona i paesaggi descritti nei
libri che prende di nascosto dalla biblioteca di casa. Un giorno,
dopo una severa e ingiusta punizione che provoca una feroce scossa ai
nervi già fragili di Jane, la zia decide di spedirla in collegio, su
consiglio del farmacista, il quale ritiene che un cambiamento
d'ambiente possa solo giovarle. Purtroppo, nemmeno in quel luogo la
ragazza si sentirà amata e voluta: le punizioni, a Lowood, sono
all'ordine del giorno, e lo stesso direttore prende
il posto occupato in precedenza dalla zia Reed, descrivendola come
una ragazzina ipocrita, disubbidiente e falsa. In realtà questa
descrizione non potrebbe essere più lontana dal carattere di Jane
che,
al contrario, è intelligente e sveglia, e risponde sempre con prontezza
ai discorsi degli adulti.
- Lo sai dove vanno i cattivi dopo morti?- Vanno all'inferno - dissi.- E che cos'è l'inferno? Sai spiegarmelo?- Un abisso pieno di fiamme.- Vorresti precipitare in quell'abisso e rimanervi a bruciare per l'eternità?- No, signore.- E allora, che cosa devi fare per evitarlo?- Devo mantenermi in buona salute per non morire.
Nel raccontare la sua storia, Jane semina qua e
là dei commenti: spiega cosa
hanno significato per lei quegli avvenimenti, cosa ne pensa ora che è
adulta. Dai racconti della sua infanzia si capisce che, orfana e sola
al mondo, sente un disperato bisogno d'amore, d'affetto, che
purtroppo nessuno le concede. Nonostante il carattere riservato, Jane
non è affatto mite di natura: ha un fuoco dentro che si risveglia
ogni qualvolta
si presenti un'ingiustizia.
Al collegio conosce Helen
Burns, una ragazza più grande con
la quale stringe una tenera amicizia. Questo è uno dei personaggi
che ho amato di più:
non può avere più di quattordici anni, ma nei suoi discorsi si
avvertono una compostezza e una saggezza degna dei migliori filosofi.
Helen accendeva il desiderio di tutto ciò che è nobile ed
elevato
in coloro che avevano il privilegio di esserle amici.
Colpiscono in modo particolare le riflessioni
di Jane sull'amore, sul prossimo, sulla giustizia. Il suo animo è
nobile,
ma anche
combattivo. Sia
il direttore del collegio che la zia Reed avevano frainteso la natura
del suo carattere volontariamente: il primo per mancanza di spirito
di osservazione e palese
indifferenza; la seconda, per una sorta di risentimento che covava
nei confronti della nipote.
Nella narrazione, Jane si
concentra sugli episodi che ritiene più interessanti e che hanno
segnato la sua vita, in positivo o negativo. Una
volta completata
la sua istruzione, decide di lasciare il collegio per trovare lavoro
altrove. Sente riaffiorare le antiche
passioni, come una nave in un mare
in tempesta alla quale viene tolta l'ancora. Ha voglia di uscire dai
confini di Lowood, di esplorare il mondo.
Ora sentivo che tutto ciò non mi bastava.
Desideravo la libertà, anelavo ad essa e pregai per ottenerla.
Si propone come
istitutrice:
questa è
la sua via di fuga, il modo di lasciare la sua vecchia vita per
partire per nuove avventure. Giunge così a Thornfield,
una ricca tenuta, dove
conosce la sua nuova allieva, la pupilla del proprietario, il signor
Edward Rochester,
il quale è in viaggio e tornerà molto
dopo l'arrivo di Jane.
La ragazza si
trova bene in quella casa,
eppure, a
causa del suo spirito inquieto, non può fare a meno di fantasticare,
di immaginare e sognare i luoghi che si trovano oltre i confini di
Thornfield, chiedersi cosa
la attenda
al di là dell'orizzonte. Desidera una vita attiva, si sente come
prigioniera (come le era accaduto sia a casa della zia che a Lowood)
e ha sete di novità e avventura.
Una sera le sue speranze vengono accontentate:
mentre si sta recando al vicino villaggio, si imbatte in uno
sconosciuto caduto da cavallo. L'uomo non è giovane, né
particolarmente attraente, ma Jane ne rimane ugualmente affascinata.
È burbero, scostante, orgoglioso e non desidera il suo aiuto,
tuttavia la
ragazza si impone con fermezza e, determinata, lo soccorre.
L'uomo altri non è che il suo datore di lavoro, il signor
Rochester, come Jane
scopre una volta tornata a Thornfield.
Invece di sentirsi intimidita dai modi bruschi e cupi dell'uomo,
Jane si trova
a suo agio in sua presenza.
Lo guardavo, mentre fissava immobile la fiamma, quando, volgendosi all'improvviso, egli colse i miei occhi fermi sul suo volto.- Mi sta esaminando, signorina Eyre - disse. - Mi trova bello?Se avessi avuto il tempo di riflettere, avrei dato a quella domanda una risposta convenzionale, vaga e cortese, ma le parole mi uscirono di bocca quasi a mia insaputa: - No, signore.
I loro dialoghi sono affascinanti: si intuisce
subito che tra loro c'è sintonia,
intesa, complicità. I loro scambi di battute sono vivaci, a volte
strambi, ma sempre interessanti. Rochester è un individuo dai modi
spicci e imperiosi, in perenne
movimento. Rimane
incantato da Jane,
dal suo modo di ragionare, dal suo carattere sincero e innocente. Si
fida di lei e chiede spesso il suo parere. Anche la protagonista
inizia a provare dei sentimenti per Rochester, senza tuttavia
dimenticarne i difetti e rimanendo sempre lucida e razionale.
Lei è bella ai miei occhi, e bella come desidera il mio cuore. [..] Non ho mai incontrato una donna che le stesse a pari, Jane; mi piace e mi domina, anche quando sembra che sia lei a sottomettersi. Sono dominato, conquistato; ma l'influenza che subisco è inesprimibilmente dolce e la cattività alla quale mi sottometto ha un fascino che non troverei in alcun trionfo.
La vita a Thornfield non trascorre sempre
tranquilla: accadono alcuni incidenti dalle dinamiche poco chiare e
Jane scopre che, all'interno della villa, si nasconde un mistero
che nessuno sembra pronto o intenzionato a svelarle. Quando lo
decifra è
ormai troppo tardi: la giovane non può fare altro che fuggire per
mettersi al sicuro. L'aspetta un duro viaggio, fatto di fatiche,
ingiustizie e umiliazioni, ma anche di gioie e sorprese inaspettate.
Una delle cose che amo di questo personaggio è
la sua forza di carattere: rimane sempre ferma sulle
proprie
decisioni e sui propri
principi, anche quando c'è in gioco la sua felicità. Non si
abbandona alle passioni del momento e non permette loro di intaccare
il suo animo nobile. La sua onestà
verrà premiata e, dopo tante pene, anche per lei giungerà il lieto
fine.
Lo stile di Charlotte Brontë
è abbastanza semplice, dal lessico ricco e vario. L'autrice narra in
prima persona e si rivolge direttamente al lettore, chiamandolo
spesso in causa e coinvolgendolo nelle sue riflessioni private. Sono
molto frequenti i riferimenti alla natura e le similitudini tra lo
stato d'animo dei personaggi e il paesaggio che
li circonda. L'autrice presta molta
attenzione alle descrizioni, quasi
fosse un pittore alle prese con un quadro e
dovesse scegliere
i giusti accostamenti dalla propria tavolozza.
Cosa ne pensate, Eclettici?
Lo leggerete? Spero di avervi incuriosito!
*
Citazione preferita
Vi è molta verità nel detto secondo il
quale "la bellezza è negli occhi di chi guarda". Il viso
pallido e olivastro del signor Rochester, la sua fronte massiccia, le
folte e nere sopracciglia, gli occhi profondi, la bocca ferma e
severa - tutta energia, risolutezza, volontà - non rispondevano ai
canoni della bellezza, non erano belli nel senso preciso del termine,
ma per me il suo viso era più che bello, ed esercitava su di me
un'influenza, un'attrattiva che, dominandomi, mi toglieva ogni
volontà e mi metteva tutta in suo potere.
*
Alcune versioni cinematografiche di Jane Eyre:
#1 - film del 1996, diretto da Franco Zeffirelli
*
#2 - miniserie del 2006, della BBC
*
#3 - film del 2011 diretto da Cary
Fukunaga
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