mercoledì 24 maggio 2017

The Beast - Recensione



Time was way too finite: no matter how much of it you had with someone you loved, when the end came, it wasn't nearly enough.



Buongiorno a tutti, cari Eclettici!


Oggi voglio parlarvi di una delle ultime saghe che ho letto, quella della Confraternita del Pugnale Nero, scritta da J. R. Ward. Questa serie è (per ora) composta da 14 romanzi e racconta le vicende di un gruppo di vampiri guerrieri, impegnati nella dura lotta contro i loro nemici mortali, i membri della Lessening Society (detti lessers). 

Prima della recensione vera e propria di The Beast, volevo scrivere una breve introduzione alla saga, per presentarvi a grandi linee i temi e i personaggi principali. Alla fine di tutto troverete anche l'ordine di lettura.

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La razza dei vampiri, creata dalla divina Vergine Scriba, è stata a lungo minacciata da questi esseri senza cuore (in senso letterale), seguaci dell'Omega, un'entità che incarna il Male allo stato puro. La Confraternita del Pugnale Nero è stata istituita proprio con lo scopo di radunare tutti i guerrieri più forti e letali, capaci di salvare la razza dall'estinzione.

I vampiri di J. R. Ward sono forti, veloci, vivono solo di notte, ma non si nutrono degli umani, né li uccidono: per sopravvivere, hanno bisogno obbligatoriamente del sangue di uno della loro specie. Non possono nemmeno trasformare qualcuno in vampiro, dal momento che è tutta una questione di genetica: si può entrare a far parte della razza solo dopo la fase di transizione, che avviene verso il venticinquesimo anno di età. E' un processo doloroso e spesso mortale, durante il quale il corpo del neo-vampiro cambia in maniera radicale e comporta uno sforzo fisico (e psicologico) non indifferente.

In ognuno dei libri della saga, l'autrice focalizza l'attenzione sulla storia di uno dei componenti della Confraternita, approfondendone il background e narrando alcuni fatti importanti del suo passato, per far comprendere al lettore il suo carattere e i motivi che si nascondono dietro ciascuna delle sue azioni. Tutti i confratelli hanno una vita dura alle spalle, piena di segreti e di dolorose vicende che hanno segnato irreparabilmente i loro destini. 

È per questo che ho amato tanto questa serie: i personaggi descritti dalla Ward non sono perfetti, non possiedono soltanto una bellezza aliena e la forza di dieci uomini; dietro alle loro “armature” di guerrieri c'è molto di più. Si atteggiano a veri duri, sono orgogliosi, hanno sempre un'arma a portata di mano, usano un linguaggio degno del più rozzo scaricatore di porto, eppure non esitano a commuoversi davanti ad una scena toccante, adorano e non alzerebbero un dito su donne e bambini, sono straordinariamente leali, educati e si difendono a vicenda a costo della vita. A mio parere solo un bell'esempio di civiltà e di rispetto, incarnano alla perfezione gli ideali universali dell'amicizia.

Per quanto riguarda l'amore, i Confratelli si distinguono per la possessività e l'adorazione che dimostrano alle loro compagne o compagni. Quando un vampiro trova l'anima gemella, si lega a lei per la vita: che siano eterosessuali o omosessuali poco importa. Ciò che mi ha colpito del mondo narrato da J. R Ward è che, per i vampiri, il benessere del/la compagno/a viene prima di tutto e sono estremamente gelosi di chiunque giro intorno al/la proprio/a innamorato/a. 


In The Beast ritroviamo una delle coppie più famose della saga, quella composta da Rhage e Mary (dei quali già si parla nel volume II, Quasi tenebra). Rhage, da tutti soprannominato Hollywood per via della sua straordinaria bellezza degna di una stella del cinema, fa parte della Confraternita da secoli. Sulle sue spalle grava una pesante maledizione, inflittagli dalla Vergine Scriba a causa delle azioni sconsiderate da lui compiute in gioventù: in lui si cela una bestia, un enorme drago che dorme sulla sua pelle e che si risveglia quando Rhage perde il controllo. 
 
Mary è un'umana, una donna molto speciale che ha avuto a sua volta una vita difficile. Nonostante tutto quello che il destino le ha tolto (la famiglia, la possibilità di diventare madre), lei non si arrende e dedica tutta se stessa al proprio lavoro, quello di psico-terapeuta. Dopo aver conosciuto ed essersi innamorata di Rhage (vedi Quasi tenebra), Mary è andata ad abitare nella villa della Confraternita e svolge la sua professione presso un centro d'accoglienza per donne maltrattate, chiamato Porto Sicuro. 
 
In questo libro la troviamo alle prese con un caso abbastanza complicato e delicato: ha in custodia Bitty, figlia di una vampira ricoverata a causa delle percosse del marito, a cui Mary si affeziona in modo particolare. La presenza di questa ragazzina risveglierà sia in Mary che in Rhage il desiderio di diventare genitori, sebbene sappiano che è impossibile (Mary è sterile e Rhage non accetterebbe mai di avere un figlio con qualcun'altra). 
 
Mentre la guerra contro l'Omega e i suoi lessers si fa sempre più cruenta e serrata, Rhage e Mary dovranno trovare il modo di superare gli ostacoli che la sorte ha posto sul loro cammino e riscoprire l'affiatamento che li ha sempre contraddistinti. 


Lo stile di J. R. Ward è molto coinvolgente e informale; il lettore rimane catturato dalle battute spiritose dei vampiri e dal loro linguaggio mai banale e ricco del tipico slang giovanile. Un altro particolare affascinante di questa serie è che ogni libro non si concentra solo ed esclusivamente su due personaggi e sulla loro vita di coppia, come accade spesso nelle saghe degli ultimi anni. Al contrario, troviamo frammenti e indizi che lo collegano ai seguenti e che ci anticipano l'entrata in scena di nuovi personaggi. 

L'intera saga è una catena continua, formata da anelli (libri) che dipendono gli uni dagli altri. Non vedo l'ora di leggere il prossimo!




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Titolo: The Beast (tradotto in La Bestia, ed. Rizzoli) 

Autore: J. R. Ward

Editore: Berkley

Pagine: 521

Prezzo: cop. rigida 12 euro; ed. kindle 5 euro






Voto: 4/5






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Citazione preferita


She was all the power in the universe coalesced into a living, breathing thing, the miracle that he had been granted in spite of the fact that he had long been undeserving of anything but his curse.
 



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